«Come ai tempi di Ruskin, l’insicurezza profonda del presente si manifesta attraverso formazioni meteorologiche: tutta una nuova varietà di strane nuvole. Nel 2017 l’ultima edizione dell’Atlante Internazionale delle Nubi, pubblicato dall’International Meteorological Organization, ha aggiunto una nuova categoria alla sua lista. Si tratta deIle homogenitus, termine usato per descrivere le formazioni nuvolose frutto delle attività umane.
Nella parte inferiore dell’atmosfera l’aria calda e umida dovuta alle emissioni urbane e dei veicoli crea una sorta di nebbia: sono gli strati che vanno sotto il nome di Stratus homogenitus. Nelle atmosfere instabili, tali strati si sollevano fino a formare nubi galleggianti dette Cumulus homogenitus.
Le centrali termoelettriche, che espellono il loro calore residuo nella media atmosfera attraverso le torri di raffreddamento, vanno a gonfiare i nimbostrati e altistrati già esistenti rimanendo così nell’ombra. Ma è nell’alta atmosfera, a grande distanza dalla superficie terrestre, che si manifesta l’homogenitus.
La combustione del cherosene nei motori a reazione produce vapore acqueo e anidride carbonica. Il vapore acqueo si raffredda rapidamente nell’aria gelida, formando inizialmente minuscole goccioline d’acqua che poi si solidificano in cristalli di ghiaccio. Ad alta quota i cristalli di ghiaccio hanno bisogno di un nucleo intorno a cui formarsi, questo gli viene fornito dalle impurità nel carburante. Sono milioni e milioni di simili cristalli a formare la scia che segue passaggio dell’aereo. E questo è il Cirrus homogenitus. Le scie di condensazione sono ufficialmente nuvole artificiali, e nei giorni freddi e poco ventosi possono persistere per ore e anche di più.» (p. 220)
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James Bridle, Nuova era oscura, Nero Editions, 2019