ArteTecnicheGordon Matta-Clark with Harry Shunk, János Kender

Distruzióne s. f. [dal lat. destructio -onis, der. di destruĕre «distruggere»]

Per il dizionario il termine distruzione è sinonimo di annientamento (nell’ambito della violenza bellica o di un processo tecnico, oppure più o meno volontario o fortuito) e, in psicoanalisi, gli istinti di distruzione, sono gli istinti opposti a quelli dell’eros: dalla fusione delle due forme risulta l’istinto aggressivo o combattivo; l’eccedenza dei primi sui secondi è alla base del sadismo e del masochismo.

Distruzione (Looking for Trouble) è un film statunitense del 1934 diretto da William A. Wellman e anche un libro di Dante Virgili, nato nel 1928 e morto nel 1992, che ha scritto solo due libri, La distruzione e Metodo della sopravvivenza. Di lui non esiste nemmeno una fotografia. La distruzione, è famoso per essere il primo romanzo italiano apertamente nazista, stampato da Mondadori nel 1970. La trama narra di un uomo repellente e luciferino, abbandonato a se stesso nell’orrore di un’estate milanese, che sogna l’apocalisse nucleare e rimpiange il Terzo Reich. Il vero protagonista del romanzo è l’odio, un’invettiva deviata che riscrive il reale e lo trasforma in visione, in furore profetico: «VEDO i grattaceli di acciaio sotto un diluvio di fiamme» scrive Virgili, preconizzando la caduta delle Torri gemelle e prefigurando un futuro in cui l’uomo non sarà in grado sopravvivere a se stesso.

Tutta l’opera di Gordon Matta-Clark seziona, incide o distrugge edifici. Morto a soli trentacinque anni, nel 1978, Matta-Clark fa parte di quella generazione di artisti che tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento hanno rivoluzionato il linguaggio della scultura, estraendolo dalla dimensione dell’atelier per fonderlo con quelle della performance e dell’architettura, e privilegiando la processualità, l’impatto fenomenologico, l’esperienza e la qualità site specific degli interventi. Un lavoro, il suo, che nasce e si sviluppa da interessi eterogenei: dall’architettura alla scultura, dalle tematiche sociali agli happenings, dall’archeologia alle tecniche costruttive, dal disegno al cinema. Per la sua pratica artistica usava una varietà di strumenti operativi: dall’acquisto di proprietà immobiliari, all’occupazione e alla manipolazione di edifici; si serviva inoltre di documentazione fotografica, films, materiali che prelevava e ricollocava ed esperienze relazionali collettive, in un processo continuo che si estendeva dalla distruzione del costruito alla ricostruzione del distrutto. Le sue sono aperture allo spazio sociale e alla trama delle relazioni culturali.

Matta-Clark ha tagliato, scomposto e aperto muri e solai, che venivano così sottratti alle loro funzioni, per introdurvi il disordine. Un processo artistico molto vicino alla corrente Anti-form e ai suoi maggiori protagonisti – Richard Serra, Eva Hesse, Robert Smithson – in cui è evidente l’interesse per il contrasto di forze e per le dinamiche temporali e imprevedibili della materia. Underground Paris (1977) testimonia le visite agli edifici ed ai luoghi conosciuti, come Les Halles, Nôtre Dame, L’Opéra o St. Michel, tanto a livello superficiale quanto sotterraneo. Nel film Sous-sols de París (1977) continua le ricerche sui tunnel presenti sotto la superficie della città con la volontà di “inciampare” nella memoria storica e nei resti di progetti fracassati. Quest’attività include il sollevamento della superficie e la penetrazione o l’escavazione delle fondamenta, permettendo così la reintroduzione nella società dal basso. Discorso analogo in Substrait (1976), cortometraggio in cui mostra la varietà e complessità degli spazi e dei tunnel scavati nell’area metropolitana.

Oggi le sue opere più importanti – i tagli su edifici abbandonati o in via di demolizione – sono tutte perdute: in Bronx Floors del 1972-73, come in A W-Hole House (realizzato a Genova nel 1973), in Splitting (1974) e in Bingo, del 1974, Matta-Clark ha praticato nuove aperture, sezionato muri, prelevato angoli, tetti o intere facciate.

La sua pratica decostruttiva e anarchica, che fa sì che gli edifici raccontino anche le proprie storie e vicende, è ben riassunta nella definizione di anarchitecture (che è anche il nome di un collettivo da lui fondato nel 1973) in cui contrappone, smembrandoli letteralmente, al soggetto architettonico per eccellenza, l’edificio, i meccanismi socio-economici e i miti culturali. I tagli, in effetti, oltre a creare nuovi punti di vista, mostrano anche le vicende interne dell’edificio e agiscono dunque come rivelatori delle connessioni invisibili tra individui, forme di vita, contesti. 

Nonostante i numerosi tentativi di riconvertirlo in museo, Office Baroque, ultimo lavoro esistente di Gordon Matta-Clark, fu abbattuto nel 1980. Office Baroque, opera del 1977, è anche un film di 44 minuti, testimonianza della performance, insieme fisica e mentale, necessaria alla sua creazione. Le sue performance, documentate da fotografie, video e film, sono una parte a sé stante ma anche le uniche testimonianze del suo lavoro. L’architettura di Matta-Clark dichiara tutto il suo fallimento e la sua fragilità ma è anche pronta a riscattarsi partendo dalle sue stesse macerie e dai suoi elementi strutturali fondamentali.

 


 

(*) Tipico grido di battaglia di un famoso personaggio dei fumetti, La Cosa.

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Crediti dell”immagine in apertura: Gordon Matta-Clark con Harry Shunk, János Kender – Parked Island Barges on the Hudson, 1971 – MoMa, NY