Manifesta, metropolitana!
La quindicesima edizione di Manifesta (1) è davvero molto metropolitana!
La quindicesima edizione di Manifesta (1) è davvero molto metropolitana!
Nella città degli Angeli ci sono stata una vita fa. La città in questione è, ovviamente, Los Angeles.
Il nostro mondo è un fatto vegetale, prima di essere un fatto animale.
Inizia così, Ogni estate, tutti al mare […] il motivetto tratto dal film Le vacanze del signor Rossi di Bruno Bozzetto.
Osservazione n. 1 – Statale 11: una ragnatela di luoghi desolanti, desolati, squallidi e brutti. Ma è davvero, e solo, questo?
Il nostro è oramai un mondo di plastica. Dipendiamo da questo materiale largamente inquinante e difficile da riciclare.
«Questi oggetti hanno subìto l’influenza di campi e forze di cui normalmente non abbiamo percezione perché la capacità percettiva degli esseri umani è molto limitata.
Un lavoro corale durato diversi mesi e la consapevolezza che per raggiungere un risultato sia necessaria collaborazione, pazienza e dialogo costante e partecipato.
Mentre nel 1961 si tiene la grande mostra “The art of Assemblage” al Museum of Modern Art di New York, che riconosce premurosamente il percorso che dal collage ha portato al nuovo esito tridimensionale e bricoleur che Rauschenberg sta sviluppando,…
Le città invisibili sono cinquantacinque città inventate dalla meravigliosa immaginazione di Italo Calvino, organizzate in undici serie.
«Sono entusiasta delle straordinarie e talvolta così tempestive ingegnosità umane.
«Sul tetto dell’isola non si sosta tra i corbezzoli e i mirti a contemplare un’«ampia e bella veduta qual può abbracciarsi con lo sguardo» – stando alla definizione di «panorama» da parte del dizionario Treccani –, o a scrutare uno…
«Fin dagli anni Novanta, le nuove tecnologie hanno giocato un ruolo essenziale nell’intento di rendere percepibile l’Antropocene, rappresentandone anche gli aspetti invisibili per creare nuova consapevolezza.
Prima dei cartelloni pubblicitari e dei manifesti che oggi incontriamo sui muri delle nostre città, tra l’800 e la prima metà del ‘900 la reclame, come molte insegne commerciali, si dipingeva direttamente sugli edifici.
Distruzióne s. f. [dal lat. destructio -onis, der. di destruĕre «distruggere»]
«L’etimologia del paesaggio rinvia, attraverso il sostantivo “paese”, al latino pango. Il suo significato – io pianto, fisso, stabilisco – evoca il fatto di conficcare e fissare un palo (palus) nel terreno.
Ciò che si pone, si oppone in quanto si distingue e niente è se stesso senza essere altro dal resto. Marc Augé
Ordine e caos sono le due diverse facce della stessa medaglia: l’uno non può esistere senza l’altro.
È la serie di lavori di Belkis Ayón che ti accoglie all’ingresso delle Corderie dell’Arsenale alla 59esima Biennale di Venezia, Il latte dei sogni.
«Come nota uno studioso di tecnologie dell’informazione (Longo, Homo Technologicus, 1988), il bricolage è oggi ampiamente adottato nella progettazione
«Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò ancora, fallirò meglio.» Samuel Beckett
«La spazzatura è ovunque. La si può trovare dappertutto, senza alcuna eccezione, eppure è largamente invisibile alla maggior parte di noi.» John Scanlan
Che cosa significhi archiviare, catalogare, classificare e, in fine, collezionare ce lo raccontano molto bene alcune esperienze artistiche contemporanee.
[…] Ordinare, disporre, schierare, viene usata da Omero per descrivere i generali greci nell’atto di schierare le loro truppe per la battaglia.
Il termine frattale indica un aggettivo e sostantivo maschile [dal francese fractal – termine introdotto nel 1975 dal matematico Benoît B. Mandelbrot (*) e deriva, a sua volta, dal latino fractus, participio passato di frangĕre «spezzare» (v. fratto)].
«Baudelaire e i Goncourt non sono certo i primi a sottointendere l’identificazione della donna con la decorazione: il concetto ha radici profonde nella cultura occidentale.
Nei suoi celebri Passages Walter Benjamin si interroga su come l’uomo nel XIX secolo possa risolvere il suo bisogno di uno spazio interno, il più arcaico dei bisogni, necessario per immunizzare e proteggere l’esistenza attraverso la costruzione di isole protettive.
Quanto le api, per il nostro ecosistema, siano importanti sicuramente lo sapete già ma che facciano parte di un collettivo artistico forse no.
«Nessuno si rende conto che invece quello che va difeso è proprio questo anonimo, questo passato anonimo, questo passato senza nome.» Pier Paolo Pasolini
Possiamo paragonare il sistema dell’arte più a un mondo di erbacce oppure a uno di coltivazioni intensive?
La letteratura sul colore è vastissima: il colore è un argomento, per tutti, non solo per gli addetti ai lavori, tanto affascinante quanto sconfinato.
«C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore.
Nell’Harry Ransom Center – l’archivio/museo dell’Università del Texas – è conservata un’enorme collezione di oggetti legati al mondo del cinema e della televisione.
Ciudad Juárez, in Messico, ovvero la Città del Male, è una delle più violente dell’intero pianeta, un’area della Terra percepita come la vergogna del Messico.
Quei puntini neri che vedete nella serie di fotografie scelte dall’immenso patrimonio di Google Earth da Mishka Henner (*) per il suo progetto Feedlots sono animali, per l’esattezza bovini.
«Tutto avviene alla superficie in un cristallo che si sviluppa soltanto sui bordi, senza dubbio ciò non vale per un organismo; quest’ultimo non cessa di raccogliersi in uno spazio interno, come pure di espandersi nello spazio esterno, di assimilare ed esteriorizzare.
Il progetto Dear Climate è stato fondato nel 2012 da Una Chaudhuri, Fritz Ertl, Oliver Kellhammer e Marina Zurkow.
«L’Arte vive attraverso l’immaginazione delle persone che la guardano. Senza questo contatto, l’arte non esiste.
«Dio è il braccio, il caso è la fionda, l’uomo è il sasso. Provate a resistere, una volta lanciati.»
«Come ai tempi di Ruskin, l’insicurezza profonda del presente si manifesta attraverso formazioni meteorologiche: tutta una nuova varietà di strane nuvole.
«Ma se gli oggetti sono di fronte a noi, le cose sono con noi. Ogni cosa, secondo Heidegger, è un aggregarsi di materiali in movimento.
«Per chi sa osservare, tutto è arte. La natura, la città, l’uomo, il paesaggio, l’atmosfera, ciò che chiamiamo “umore”, e, infine e soprattutto, la luce. Peraltro, tutti conoscono l’arte degli artisti, quella firmata.
Oltre al mio lavoro, fare i disegnetti e progettare segni, mi occupo di formazione e di insegnamento da oramai un bel po’ di anni.